Il 4 novembre scorso, in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è entrata in vigore la legge contro il caporalato, contenente ‘Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo’.
La nuova legge riscrive il reato di ‘intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro’, per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza, questo è commesso sia dai caporali (intermediari) sia dai datori di lavoro che impiegano manodopera ‘sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno’.
Il reato è punito con la reclusione da uno a sei anni e una multa da 500 a 1000 euro per ogni lavoratore reclutato. Aumentano le pene se i lavoratori reclutati sono più di tre e se ci sono minori, o se i lavoratori sfruttati sono esposti a situazioni di grave pericolo.
Nel testo si introduce anche l’indice di sfruttamento, ossia una serie di condizioni, come retribuzioni sotto i limiti contrattuali o sproporzionate rispetto alla quantità di lavoro, che possono segnalare la presenza del reato.
Come misura cautelare è stata introdotta la possibilità che il giudice disponga la misura di controllo giudiziario dell’azienda nel corso del procedimento penale per il reato di caporalato. In caso di condanna è prevista la confisca obbligatoria ‘delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto o il profitto’.
I beni confiscati agli sfruttatori verranno assegnati al Fondo Antitratta, che finanzierà anche programmi di assistenza e di integrazione sociale per le vittime del caporalato.
Infine, viene modificata la Rete del lavoro agricolo di qualità, istituita presso l’INPS, integrando il catalogo dei reati che impediscono l’iscrizione e sono introdotti due ulteriori nuovi requisiti per le imprese agricole più virtuose che intendano partecipare alla Rete, ossia: obbligo di applicazione dei contratti collettivi; non essere controllate da soggetti non in possesso del complesso dei requisiti richiesti.
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